La religlione celtica

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  1. Akeos
     
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    La religlione celtica



    Presso il popolo celtico la massima autorità non era rappresentata dai re delle tribù, ma dalla potentissima congregazione dei drùidi, i sacerdoti, il cui nome significa “saggi” o, più precisamente, “coloro che sanno, perché hanno visto” (dalla radice indoeuropea uìd-, divenuta ved[ere] nella nostra lingua). Essi avevano il compito di mantenere i rapporti con i numerosi dèi della loro religione politeista e avevano un tale potere che, senza il loro permesso, i re non potevano neppure prendere la parola.
    Per diventare un drùido occorrevano venti anni di studio intenso: bisognava imparare a memoria migliaia e migliaia di formule magiche, avere attitudine per l’osservazione delle stelle e dei fenomeni della natura, per la medicina, per la religione e per la meditazione sulla vita e sulla morte. Alla fine del tirocinio, alcuni diventavano drùidi veri e propri, cioè mediatori tra i re e gli dèi e loro consiglieri politici e militari; altri diventavano bardi, cioè poeti e narratori delle leggende tribali umane e divine; altri ancora indovini.
    I drùidi delle singole tribù eleggevano drùido di tutto il popolo celtico uno dei loro la cui autorevolezza era ritenuta superiore a quella di qualunque altro essere umano.
    La grande saggezza dei drùidi si accompagnava a una totale indifferenza per la vita umana. Prima di ogni guerra (e le guerre erano frequentissime) essi ordinavano il compimento di terribili sacrifici: si cominciava con gli animali, si proseguiva con gli schiavi, poi con i ladri e gli assassini, ma, se il pericolo aumentava, si arrivava fino ai guerrieri migliori.


    Questi omicidi, a quanto possiamo capire, si basavano su due credenze:

    • quando si entrava in guerra, per assicurarsi la vittoria e la vita, bisognava offrire un numero di vittime più o meno uguale alle proprie prevedibili perdite (in pratica un guerriero offriva in sacrificio uno schiavo o un altro uomo qualsiasi in cambio della propria sopravvivenza);

    • gli indovini pretendevano di leggere la volontà degli dèi nel sangue che scorreva: di qui la necessità di sgozzare esseri umani in continuazione per tenersi costantemente al corrente delle decisioni divine.



    Saluti
     
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0 replies since 24/7/2015, 23:33   17 views
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