Divino amore e divina saggezza

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    Premetto che sono felice per aver recuperato il mio PC e, così, dopo un concerto di Giovanni Allevi che mi ha tenuta con le lacrime agli occhi per un'ora e venti minuti, sono riuscita anche a recuperare i miei files e...non mi sembra vero... a postare finalmente qualcosa di più sostanzioso per il nostro amato Forum, una creatura che viene fuori con tutto l'amore possibile per la Conoscenza attraverso le mani e i pensieri di tutti voi. Non vorrei cantare troppa baldoria, anzi, sono piuttosto incredula da quello che ho potuto fare con le mie abilità informatiche di quest'oggi... quindi, se tutto continua ad andare bene come sta andando ora, posso riprendere a pieno ritmo la mia opera di studio e pertanto, e finalmente, un'interazione costruttiva anche con voi affezionati e... - perché no! - anche con chi è di passaggio, alla ricerca di spunti di riflessione. Se vorrà ormeggiare la propria barca in questo accogliente porto gli auguro una buona permanenza. Ho una enorme voglia di scrivere, sono le tre di notte ma sono troppo entusiasta per dormire! Riprendendo in mano il tema di questo topic, vorrei portarvi all'attenzione qualcosa che mi ha colpito veramente. Mi riferisco ad un estratto da "Divino amore e divina saggezza" di Emanuel Swedenborg a proposito del cambiamento che puo' avvenire in un essere umano e lo dedico a chi ha votato o sta tentando di votare completamente la propria vita a questo:



    Divino amore e divina saggezza



    Chiunque può decidere in favore del Divino sulle basi di fenomeni visibili che accadono in natura, osservando i bruchi. Spinti dal desiderio ardente di mutare il proprio stato terreno, essi lottano e si impegnano per accedere a quella condizione che richiama lo stato celeste. Strisciano quindi nel loro cantuccio e si avvolgono, per così dire, in una sorta di utero che li faccia rinascere... Quando la trasformazione è completa, allora essi volano nell'aria come se fosse quello il loro Cielo... Come chiunque voglia decidere in favore del Divino sulle basi dei fenomeni visibili in natura può non scorgere una qualche somiglianza del nostro stesso stato terreno, in cui siamo bruchi, e l'immagine del nostro stato celeste, in cui diveniamo farfalle? ... Può una qualsiasi cosa naturale avere un utilizzo come scopo e ordinare questi utilizzi a schemi e forme? Solo chi è saggio può farlo, e solo Dio, la cui saggezza è infinita, può organizzare e formare l'universo in questo modo. Chi o che cos'altro potrebbe prevedere e fornire tutte le cose che sono necessarie agli uomini come cibo e abiti?... Uno dei miracoli della terra è che quelle insignificanti creature chiamate bachi ci rivestono di seta e ci adornano magnificamente - uomini e donne, re e regine, cameriere e lacchè. E quelle altre creature insignificanti chiamate api ci forniscono la cera per le candele che fanno risplendere cattedrali e palazzi. Questi e molti altri fenomeni sono prove evidenti del controllo che il Signore stesso esercita, attraverso il mondo spirituale, su tutto ciò che accade in natura.
    (DAS 354; 356)



    >>> - <<<



    Riflettevo, qualche giorno fa, sui piccoli mondi che ci circondano quali il regno degli insetti; sono convinta che ci sia qualcosa da imparare; piccole, silenziose alle nostre orecchie, queste creature operano incessantemente, organizzate e devote ai loro compiti, che ai nostri occhi sono sembrati, per secoli, insignificanti. Cosa ci dice il piccolo e operoso mondo?

    Spero di avervi regalato un'emozione come l'ho potuta ricevere io attraverso queste righe attendendo, naturalmente, il vostro pensiero a riguardo.


    nv5ooo



    Buonanotte...mi sono un po' calmata...:)

    Edited by Supernova82 - 29/4/2015, 03:40
     
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  2. black_ghost
     
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    CITAZIONE
    Cosa ci dice il piccolo e operoso mondo?

    Io ritengo che nei piccoli gesti vi sia la perfezione da ricercare.
    Saper riconoscere il proprio posto ed ottemperare perfettamente al proprio ruolo, questo sarebbe alla base di una vera e sana società umana.
    Credo, ma potrebbe essere una mia errata interpretazione, che l'uomo sia semplicemente arrogante, che questa arroganza lo spinga a cercare ruoli per i quali non è "programmato", così facendo raggiunge una data posizione senza aver acquisito i giusti imput ed attivato gli giusti strumenti.
    un famoso detto cita:
    [chi troppo in alto sale, cade sovente, precipitevolissitevolmente]

    Gli antichi samurai, alla ricerca della perfezione.
    La ricerca del silenzio...
    sedersi per terra e concentrarsi sulle sensazioni più semplici che esistono: Il vento che sfiora la pelle, il calore del suolo, il peso dell'aria,...
    Tesori dimenticati.
     
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    Per secoli è stato negato il non misurabile. l'inquantificabile, quindi il concetto di Dio stesso (chi è? cos'è? perché? tutte domande che tentano una quantificazione, catalogazione, comprensione e via dicendo) e, solo in questi recenti tempi, la scienza sta aprendo i propri orizzonti, anche attraverso le grandi scoperte della meccanica quantistica nonché attraverso un nuovo sguardo verso la Verità. Quali fenomeni non si vedono? Ed ecco che il non tangibile diventa "possibile". Dopo il non visibile, per noi c'è il visibile; volendo rifletterci sopra, la prima cosa piccola - mi si passi la definizione - che ci è visibile ad occhio nudo è il regno degli insetti. Ma così come veniva negato il non visibile, queste creature erano relegate all'insignificante nella comprensione delle cose. Non tornano i conti, in quanto è nel silenzio che si trovano le chiavi più importanti della comprensione. Per lungo tempo il regno degli insetti è stato trascurato rispetto ai ragiornamenti più elevati, intenti nell'osservazione del bello o del divino, cercando di avvicinarsi il più possibile a definizioni "oggettive" (che parolona), escludendo, però, tutto quello che si considerava veramente inutile a questi concetti. Quello che voglio dire è che, partendo dal microbo sino all'uomo, siamo l'esempio di come potrebbero funzionare determinati equilibri in scala superiore. Se consideriamo noi come una vasta colonia di formiche, ad esempio, saremmo consci di quello che stiamo a fare su questo piccolo mondo e, probabilmente, ci rispetteremmo (per sopravvivere) come fanno le formiche in un formicaio, senza il ricco, il povero, ma solo tramite un'organizzazione gerarchica, accettata consapevolmente. Nessun povero o nato in una condizione precaria potrà diventare mai un potente, potrà eventualmente raggiungere una discreta fortuna, ma non tale da avere potere decisionale nella scala gerarchica , delle redini del mondo. E' inutile il concetto di libertà se si considerano questi fattori, perché ogni uomo, giacché si trova in questo stato, non è un uomo libero ma sempre sottoposto ad un disegno che lo vuole su un pianeta. Potrà sfasciarsi la vita a lavorare annullandosi individualmente e divenendo una macchina che macina ore, ma ciò non lo renderà mai libero, potrà astenersi da anarchico ritenedo di avere il coraggio di rifiutare ogni sistema e pensando di raggiungere la libertà, ma piangerà ugualmente miseria senza aver ottenuto il suo sogno; oppure potrà essere ricco, ma sarà sempre tenuto ad accettare - dalle circostanze - come dovrà vivere. Non potrà fare il ricco in mezzo ad una arena di poveri perché sarà mangiato vivo dai disperati. Conoscere il proprio ruolo consente di vivere meglio, in quanto, se qualcosa dovrà cambiare nel percorso di una persona cambierà attraverso determinati passaggi che, tuttavia , prevedono uno smisurato impegno. La sua bravura si concentrerà nel suo settore, non perderà tempo a cercare di essere quello che non sarà mai. Allo stesso modo, quando spende risorse per inseguire l'immortalità lo fa da umanicciuolo folle! Inoltre, se un formicaio "invade" determinati spazi viene irrimediabilmente debellato. Come si poteva pensare di lanciare la spazzatura nello spazio?? Se un nido di vespe si stanzia dentro la serranda di un'abitazione verrà eliminato con del fumo. Vogliamo parlare della colonia di volontari che andranno a stanziarsi su Marte, scelti per la procreazione? Il dato inequivocabile, è sempre l'inconsapevolezza. Gli insetti non sanno bene dove si insediano, trovano le condizioni ottimali e lo fanno. Per l'uomo stesso è così, traiamone le conclusioni... Il solo modo per evolvere ce lo insegnano i bruchi!

    :)
     
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  4. black_ghost
     
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    CITAZIONE
    Il solo modo per evolvere ce lo insegnano i bruchi!

    Trovare la forza di rinascere spiritualmente, dispiegando le ali all'immensità della vita, pur sapendo che anche in quel caso vi sarà un altezza massima raggiungibile, prestabilita. In ogni caso non si potrà più parlare di essere umano ma di una versione potenziata,
    Così come la farfalla non è il bruco.
     
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3 replies since 29/4/2015, 02:10   39 views
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