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Molti in questa società se la prendono con Dio - o chi per esso - concludendo di averci abbandonato e utilizzando questa convinzione come motivo per non approfondire il proprio cammino di coscienza in quanto realmente tortuoso e intimo; il distacco dall'omologazione spaventa e spiazza poiché pregando o interrogando il proprio Io in questo senso ci si ritrova da soli, faccia a faccia con il proprio spirito e con domande che non sono proprie del vivere all'interno di un quadro comune. Perciò la via più semplice per rimanere nell'ordinario, secondo l'atteggiamento di molti, è "essere ordinarii" preferendo incolpare chi non ascolta, piuttosto che sé stessi. Siamo quindi sicuri che le preghiere recitate o l'intenzione con cui si prega sia veicolo del buon fine? Abbiamo mai riflettuto sul come prega l'uomo odierno e cosa ha tralasciato nel suo cammino?
Saluti, D.. -
black_ghost.
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Bella Domanda, anzi mi interessa in prima persona.
Durante uno strano evento, una persona a me cara sembrava parlare per volontà non sua ma di una terza entità che, sarebbe venuta perchè io e questa persona l'avevamo chiamata.
Bene, tra le altre cose questa persona l'ho messa alla prova ponendogli domande dirette mentalmente, mi rispondeva sempre in modo logico e coerente.
Tornando al punto, l'ultima domanda che gli ho posto è stata sulla preghiera, mi ha risposto con:
"Cosa credi che sia la preghiera se non una forma potente di meditazione?" più o meno....