Musica delle Sfere

Sara Lee

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  1. Sara Lee
     
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    Musica delle Sfere




    "Tutte le cose conosciute si fondano sul numero,
    poiché esso è tale che senza di esso nulla potremmo
    né pensare né conoscere.
    La natura del numero e dell'armonia non ammettono
    alcun inganno perché l'inganno non è loro proprio.
    La natura dell'indeterminato e dell'impensabile
    e dell'irrazionale porta l'inganno e l'invidia".


    Filolao, "Frammenti"



    I giri astrali («sfere») producono, a causa della differente circonferenza, una divina armonia frutto di suoni diversamente accordati o, meglio, di corpi vibranti a differente frequenza, inaudibile dall' orecchio umano ma divinamente creata a testimoniare che l' universo è perfetto. La udranno un giorno le anime immortali o, perché no, a loro è già udibile.




    L'armonica nascita del mondo,
    rappresentata da un organo cosmico,
    in Musurgia Universalis di Athanasius Kircher, 1650.



    Le antiche cosmogonie, dall'antico Egitto alla Grecia, all'Ebraismo, ci presentano Dio come il creatore di mondi mediante la potenza creatrice del suono. Nelle moderne dottrine che fanno capo alla tradizione occidentale del neoplatonismo e della gnosi e a quella orientale del brahmanesimo, è presente il concetto di un'Onda di Vita che risuona in miriadi di accordi attraverso i vari piani di esistenza, in ognuno dei quali si manifesta come Archetipo, o Idea divina. Così la materia verrebbe attratta in campi magnetici dove verrebbe modellata nelle forme in evoluzione. Dunque i suoni che noi percepiamo altro non sarebbero che la controparte fisica di una più estesa gamma di Onde di Vita, facente parte di una sinfonia cosmica, quella che per i Pitagorici era la "Musica delle Sfere".

    E se a ogni nota corrisponde una vibrazione diversa, ogni piano di esistenza vibra in modo diverso; ecco perchè il Do non può essere un un Re fino a quando non cambia la sua vibrazione mutando il suono, come un La non entra nel Mi per lo stesso motivo, così il piano materiale non vibra secondo gli altri piani dell'esistenza.

    E le leggi di questa armonia sono implicite nella "divina" tetraktys la quale, in quanto Decade, diviene così il simbolo dell'Universo. Infatti, le sette note della scala musicale pitagorica si ricavano dalle prime tre note del tetracordo di Filolao, le cui corde hanno lunghezze che stanno tra loro secondo i più semplici rapporti possibili tra i primi quattro numeri:





    Sono queste sorprendenti correlazioni tra enti metafisici e grandezze fisiche, tra l'invisibile e il sensibile, che ci lasciano attoniti, così come riempirono di stupore i primi investigatori delle Leggi della Natura, i grandi pensatori del passato.
    È così che viene fatto di pensare ai Numeri-Idea come ad Esseri immutabili ed eterni, Artefici della forma delle cose e della loro evoluzione mediante le grandi forme-suono sulle quali e dalle quali sarebbe modellato l'Universo fisico.

    Nel Cristianesimo viene detto: "In principio era il Verbo ed il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio".

    Poi Dio parlò e per mezzo della Sua Voce, quindi di una vibrazione che per noi umani è quantificabile come voce, creò tutti i mondi e tutti i regni di natura e tutti gli esseri in sei Ere o "giorni" della creazione, seguite ognuna da un periodo di stasi o "notti". Il settimo "giorno" si riposò. E qui è adombrato il principio che è alla base della scala musicale costituita da note (i giorni) e da intervalli (le notti), da toni e da semitoni (il riposo del settimo giorno). Tutto questo sembrerebbe evocare lontani echi di possenti accordi celesti, risuonanti attraverso tutti i livelli, dai mondi spirituali più elevati al regno degli Archetipi eterni, collegati alle grandi forme-suono, energie intelligenti che danno forma all'Universo fisico. La Parola creatrice passa ai mondi inferiori, dove Schiere minori la echeggiano e riecheggiano, così da plasmare tutte le svariate forme di natura. Poiché l'Artefice Divino crea perennemente, la sinfonia creatrice continua ad essere composta ed eseguita. Ne consegue che le Gerarchie Celesti e gli Uomini vivono in mezzo ad armonie celestiali, armonie che però possono essere udite solo da coscienze illuminate dalla luce dello Spirito, da pochi iniziati, armonie di cui ci parla Platone come dell'eterna "musica delle sfere".

    Secondo l'antica astrologia esoterica, c'è una corrispondenza tra "pianeti" e note musicali.

    Nella tabella che segue, dovuta a Rudolf Steiner, i pianeti dell'antica astrologia sono collegati con i metalli e con le note:





    Se ora, in una sorta di pentagramma astrale, disponiamo i "pianeti" nell'ordine con cui ci appaiono dislocati nello spazio e, in corrispondenza ad essi, le note secondo la tabella sopra riportata, otteniamo il seguente grafico.





    In questo diagramma, costituito da una spezzata ascendente "a dente di sega" (o "a passo di pellegrino") otteniamo la rappresentazione della "Legge ciclica dell'Evoluzione Cosmica", di cui ci parla Pietro Ubaldi: "tutto ascende per continui ritorni". Pietro Ubaldi ritiene che esiste un'unica "Sostanza", la cui essenza sarebbe il movimento e che si manifesterebbe come "materia" (statica), "energia" (dinamica) e "spirito" (vita). L'essere umano è chiamato ad evolversi ampliando la percezione della sua coscienza, che da inviduale deve farsi collettiva, per farsi poi coscienza cosmica. In tale processo viene delineato il futuro stato organico-unitario dell'umanità, generato da una nuova etica internazionale, effetto di una consapevolezza razionale e non di un emotivo pacifismo. L'uomo si inserirebbe nel fenomeno universale dell'evoluzione tramite la reincarnazione.

    I "pianeti" sembrano avere qui il significato di tappe evolutive nell'itinerario dell'anima attraverso i mondi del suo "firmamento interno", in risonanza con i cieli del firmamento esterno.

    E le note musicali altro non sarebbero che la controparte fisica della musica cosmica che scandisce questo ritmo evolutivo.





    La musica delle sfere è un concetto di armonia matematica o filosofico/religioso che si estese almeno fino al XVII secolo. Pitagora, per primo, capì che l'altezza di una nota è proporzionale alla lunghezza della corda che la produce, e che gli intervalli fra le frequenze sonore sono semplici rapporti numerici. Secondo Pitagora, il Sole, la Luna e i pianeti produrrebbero, a causa dei loro movimenti di rotazione e rivoluzione, un suono continuo, impercettibile dall'orecchio umano, e tutti insieme produrrebbero un'armonia. Conseguentemente, la qualità della vita sulla Terra sarebbe influenzata da questi suoni celesti.
    Nel mondo greco il cosmo era paragonato a una scala musicale, dove i suoni più acuti erano assegnati a Saturno e alle stelle fisse. Il Sole era indispensabile per la realizzazione dell'armonia in quanto, secondo i greci, corrispondeva alla nota centrale che congiunge due tetracordi. Per Filolao, matematico e astronomo pitagorico, il mondo è armonia e numero, e tutto è ordinato secondo proporzioni che corrispondono ai tre intervalli fondamentali della musica: 2:1 (ottava), 3:2 (quinta) e 4:3 (quarta).
    In seguito, Platone descrisse l'astronomia e la musica come studi gemellati per le percezioni sensoriali: astronomia per gli occhi, musica per gli orecchi, ma entrambe riguardanti proporzioni numeriche. Egli, inoltre, appoggiò l'idea di musica delle sfere nel dialogo La Repubblica, nel quale descriveva un sistema di otto cerchi e orbite: stelle fisse, Saturno, Giove, Marte, Mercurio, Venere, Sole e Luna, che si distinguono in base alle loro distanze, al colore e alle velocità di rivoluzione.
    Più tardi i filosofi, fra i quali Tolomeo, mantennero la stretta correlazione fra astronomia, ottica, musica e astrologia. Nel IX secolo l'arabo al-Kindi sviluppò le idee di Tolomeo nel suo De Aspectibus, che associa anch'esso astronomia e musica.

    A fianco della teoria pitagorica si sviluppò la visione magico-ermetica dell'armonia, espressa dalla concezione del monocordo di Robert Fludd, nel quale le sfere dei quattro elementi, dei pianeti e degli angeli sono disposte verticalmente sul monocordo, accordato dalla mano divina. Dio, dunque, è architetto e musicista supremo del creato. Un modello analogo era stato delineato da Franchino Gaffurio, il quale aveva collocato i pianeti attorno a un'ideale corda musicale, secondo una scala eseguita dalle nove Muse, accompagnata dalle tre Grazie e diretta da Apollo.

    Giovanni Keplero, nel XVII secolo, influenzato dagli argomenti di Tolomeo, scrisse il libro Harmonices Mundi, nel quale vengono descritte le consonanze fra percezioni ottiche, forme geometriche, musica e armonie planetarie. Secondo Keplero, il punto d'incontro fra geometria, cosmologia, astrologia e musica è rappresentato dalla musica delle sfere. Keplero, però, superò il modello statico delle sfere di concezione copernicana in favore di un modello dinamico, trasformando le orbite circolari in ellissi, che i pianeti percorrono a velocità variabili. Inoltre, attribuì a ogni pianeta non un singolo suono, ma un intervallo, la cui nota più grave corrispondeva alla velocità minima che il pianeta teneva durante la rivoluzione, e quella più acuta alla velocità massima.
    Baruch Spinoza criticò fermamente tale concetto filosofico nella sua Etica, indicandolo come idea priva di fondamento scientifico, frutto dell'immaginazione umana: «... la follia degli umani è arrivata al punto di credere che dell'armonia si diletti anche Dio; e nemmeno mancano filosofi profondamente convinti che i movimenti dei corpi celesti producano un'armonia».




    Sara Lee

    Note e approfondimenti:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Ubaldi_%28filosofo%29
    http://it.wikipedia.org/wiki/Musica_delle_sfere
    Splendore, C. , "Come in Alto così in Basso - Analogie esoteriche tra l'uomo e il cosmo", EdicolaWeb
     
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  2. black_ghost
     
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    Articolo molto bello... mi verrebbe da pensare a differenti cose:
    Le ciotole tibetane, quelle autentiche composte da 7 metalli differenti e plasmate in 7 strati, si dice che in questo modo il loro suono possa coincidere con quello universale e l'ascolto di quest'ultimo, per periodi sufficienti, possa farci entrare in risonanza con il tutto universale... o forse sarebbe il caso di dire "multiversale".

    La quinta musicale... questa particolare frequenza era citata anche da Gustavo Roll...

    Si.. molto interessante.
     
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    "Tutte le cose conosciute si fondano sul numero,
    poiché esso è tale che senza di esso nulla potremmo
    né pensare né conoscere.
    La natura del numero e dell'armonia non ammettono
    alcun inganno perché l'inganno non è loro proprio.
    La natura dell'indeterminato e dell'impensabile
    e dell'irrazionale porta l'inganno e l'invidia".

    Filolao, "Frammenti"


    Filolao, collocato tra i secondi pitagorici, fu sostenitore di un modello non geocentrico composto da un grande Fuoco centrale attorno al quale ruotavano la Terra, l'Antiterra, la Luna, il Sole, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, e il cielo delle stelle fisse interpretato come un fuoco esterno. Questi corpi si trovavano lontani dal Fuoco centrale secondo distanze proporzionali a fattori del numero 3, ritenuto numero sacro per i pitagorici. Inoltre la definizione che si legge nei Frammenti ha gettato le basi per l'importanza che ha il numero nei modelli fisici e a ciò che si delineò nella filosofia della natura, ovvero con lo studio della fisica prima dell'affermazione della scienza moderna la quale anch'essa,tuttavia, mantiene un rimando preciso al fatto che i fenomeni naturali per essere quantificabili devono essere definiti attraverso parametri e misure.
     
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