L'universo multidimensionale degli sciamani

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  1. Akeos
     
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    L’universo multidimensionale degli sciamani


    di Giancarlo Tarozzi




    Il termine “sciamano” deriva dai Tungus siberiani, e viene riferito indifferentemente a uomini e donne; significa “colui che vede nel buio”, utilizzando il “cuore” o l’“occhio forte”. Un’altra definizione é quella di “individuo che viaggia in una condizione alterata di coscienza al di fuori dello spazio e del tempo”. Nelle culture tradizionali é il guaritore spirituale, colui (o colei) che risolve i problemi fisici affrontandone le cause sottili sul piano energetico.
    Ancor oggi le tecniche sciamaniche vengono praticate in Lapponia, Siberia, varie zone di Africa, Asia, Australia, e dai nativi nord e sudamericani… in pratica in tutto il mondo. Elementi culturali vicini allo sciamanesimo sono diffusi non soltanto presso le culture orali dell'Asia centrale, dell'America settentrionale e dell'Oceania, ma anche presso culture e religioni più strutturate, come la religione cinese e lo scintoismo giapponese
    Le culture sciamaniche risalgono per gli antropologi a decine di migliaia di anni fa, molto prima della storia scritta. Ci sono tratti comuni tra tali culture – l’universo viene considerato come permeato dallo Spirito. Ogni forma vitale é animata dalla propria anima, o forza vitale. Il benessere di ogni forma vitale é connesso alla sua armonia spirituale con le altre. Squilibri e disarmonie nell’essenza spirituale si manifestano come malattie fisiche. Le culture sciamaniche hanno in comune tra le altre cose l’utilizzo di percussioni per indurre stati alterati di coscienza, l’ingresso in realtà non ordinarie attraverso un’apertura nella Terra, il lavoro con animali di potere od aiutatori spirituali, il viaggio e l’esplorazione di realtà parallele.
    Per Mircea Eliade, “La funzione principale dello sciamano nell’Asia centrale e settentrionale é la guarigione magica. Nella zona vi sono molte concezioni sulle cause della malattia, ma la più diffusa é quella del “furto di anima”. La malattia viene attribuita all’allontanamento od al furto di una parte di anima, e la cura consiste nel ritrovarla,m catturarla, e costringerla a riprendere il suo posto nel corpo del paziente. Solo lo sciamano… é in grado di riportarla nel corpo”.
    Il concetto di realtà parallele é oggi appannaggio quasi esclusivamente degli scrittori di fantascienza o degli studiosi della fisica e della matematica, per i quali ipotizzare un universo multidimensionale é il solo modo per comprendere una realtà altrimenti incomprensibile. Concetti del genere erano invece perfettamente normali nella dimensione dello sciamano, per il quale la dimensione nella quale viviamo nella condizione di veglia non é che una piccola parte di ciò che realmente esiste.
    La discriminante tra esperienze reali e giochi dell’autosuggestione, può sembrare molto sottile, ma non per questo meno essenziale: l’efficacia. Tecniche sciamaniche, come per esempio la Caccia all’Anima, vanno per prima cosa vissute e sperimentate in prima persona, e solo in un secondo momento valutate, dai risultati che consentono – o meno - di acquisire.
    Esiste anche un aspetto rituale: oltre alla dimensione terapeutica, che spesso attrae in maniera invitante gli occidentali, così vittime di stress e malattie psicosomatiche: la caccia all’anima é nata soprattutto come esperienza rituale, è un vero e proprio “viaggio” iniziatico di ricerca. Fiabe, leggende, miti di tutto il mondo ci descrivono l’"eroe" che si avventura in una “selva oscura” alla ricerca del Graal, di un talismano, di una principessa o di altri simboli della Verità e della Tradizione. La caccia all’anima costituisce un’opportunità di vivere in prima persona un tale viaggio, senza bisogno di vagabondaggi verso luoghi esotici, ma nella propria interiorità. Spesso la voglia di viaggiare, di recarsi in posti lontani, risponde ad un’imprecisata esigenza di ricerca di “qualcosa” che vada al di là di un’esistenza quotidiana spesso banale e banalizzata; gli sciamani insegnano che il vero “viaggio”, la vera avventura non é mai esterna ma interiore, alla ricerca di un’interezza perduta e spesso ricordata con nostalgia…
    Una visione come quella sciamanica, allargando la relazione con l’universo dalle tre (o quattro) dimensioni ordinarie ad un quadro molto più vasto, consente di ampliare a dismisura le possibilità esperienziali dell’individuo, aldilà della sua realtà quotidiana.

     
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  2. black_ghost
     
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    Interessante...
    Mi sento molto attratto da questa figura, non a livello metaforico ma effettivo.
    Chissà...

    Bell'articolo, grazie per averlo postato :)
     
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    CITAZIONE (black_ghost @ 26/7/2015, 17:09) 
    non a livello metaforico ma effettivo.

    Ciao black_ghost, cosa intendi? sono curiosa ^_^
     
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  4. black_ghost
     
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    Intendo che mi piacerebbe l'idea di poter provare l'unione con il tutto che sicuramente provanogli shamani, quel poter vedere un po' oltre che certamente non è sempre motivo di gioia ma resta una meravigliosa opportunità.
    Da quel che ho potuto capire, gli shamani oltre che essere guaritori, che mi sembra una conseguenza delle verità acquisite, riescono a comunicare con il mondo "invisibile" avendo un rapporto differente con la realtà multidimensionale, una consapevolezza superiore.
    Il problema principale sarebbe il contesto.
    Le sacerdotesse Shinto, operano in Giappone, in cui la cultura mantiene vive determinata consapevolezze se pur mascherandole di folcklore.
    In Africa lo shamano opera nella sua tribù ecc..
    Cosa farebbe uno shamano in occidente?
    Come conviverebbe con se stesso?
    Sarebbe costretto a nascondere le sue possibilità (non mi piace parlare di doti), o potrebbe rendersi utile alla collettività in qualche modo?

    Provo ammirazione e rispetto verso tale figura, che suscita in me mille interrogativi.
    :)

     
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    CITAZIONE
    Cosa farebbe uno shamano in occidente?
    Come conviverebbe con se stesso?

    Bisogna reinventare un Occidente prima di parlare di sciamanesimo occidentale!
    I pochi elementi in grado di operare con la natura e gli elementi, e in grado di comunicare con il mondo soprasensibile, non possono definirsi sciamani - nel contesto occidentale -, per tutta una serie di motivi che partono dal contesto culturale e dall'eredità possibile. A meno che un occidentale non abbia ereditato ciò altrove, per un motivo specifico. Comunque, sono mosche bianche in una società impoverita di ogni sapore ed essenza, dove tutto non è che la ripetizione a pappagallo di qualcosa, dai pensieri alle abitudini, dalle vite ai modi di essere.

    CITAZIONE (black_ghost @ 27/7/2015, 09:52) 
    Intendo che mi piacerebbe l'idea di poter provare l'unione con il tutto che sicuramente provanogli shamani

    La prima cosa da fare, allora, è togliere il condizionale e cominciare ;)
     
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  6. black_ghost
     
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    La prima cosa da fare, allora, è togliere il condizionale e cominciare

    Nel rispetto dei miei limiti ci provo :)
     
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5 replies since 25/7/2015, 20:41   110 views
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