Dementia temporalis

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    Dementia temporalis



    Le antiche figure mitologiche disegnate nel cielo venivano descritte a noi bambini come "strane fantasie di pastori" che non meritavano certo l'attenzione di menti adulte. Ci interessiamo ai satelliti perché siamo stati noi a costruirli, ma le stelle ci sono estranee e fuori dalla portata di mani umane... perciò insignificanti. Così ci ha ridotti la nostra mania tecnologica, come una soluzione batterica in cui fossimo stati immersi fin dalla nascita.

    Soltanto ciò che è parte integrante del paesaggio può far riferimento alle stelle, ma l'uomo ha cessato di essere tale. Abita un mondo che è sempre più il parto della sua fantasia. Chi si richiama ai cieli è il contadino, come il marinaio, il carovaniere, il navigatore dell'aria, perché le loro sono tutte funzioni integrali che presuppongono il principio fondamentale - oggi quasi dimenticato - dell'orientamento. Ma in un mondo quasi completamente profano e artificiale, l'orientamento è considerato un fatto superfluo. E la gran quantità di persone ospitate nei manicomi o imbottite di tranquillanti testimonia la nostra vacua, smarrita metafisica, e fino a che punto abbiamo dimenticato l'orientamento sia per quanto riguarda le stagioni (limitandoci a innestare il condizionatore d'aria se sudiamo o il sistema di riscaldamento se tremiamo dal freddo) sia per quanto riguarda la direzione (la nostra unica accettazione formale della direzione cosmica si esprime nell'inforcare gli occhiali scuri perchè il sole è "laggiù").

    Abbiamo svilito quella che era una volta la natura integrale della vita solcata da orientamenti cosmici - un tutto - riducendola alla tiepidezza innervata delle sensazioni cutanee e del disagio a livello della retina. I nostri orologi corporei interni, noti come ritmi circadiani, continuano a funzionare dentro di noi, ma non riescono a stabilire alcun contatto col mondo esterno. Diventano perciò cicli frustrati e proliferanti all'interno che non riescono a sincronizzarsi mai con il nostro ambient naturale. Stiamo per ridurre noi stessi a inutili macchine corporee programmate per quello che sembra, nel suo isolamento, un insieme arbitrario di cicli. Ma nello stesso strapparci dal nostro contesto, come il cuore ancora pulsante estratto dal corpo di una vittima azteca, facciamo inevitabilmente violenza alla nostra psiche. Chiamerei questa nuova malattia, con il suo effetto collaterale di "alienazione del giovane", dementia temporalis. [...]

    La comprensione infatti consiste nel capire dall'interno oltre che nel capire dall'esterno. Le cose che non ci interessano realmente e nelle quali non proiettiamo con l'immaginazione la nostra consapevolezza ci rimangono estranee; la comprendiamo all'esterno (come un uomo che tocchi la buccia di un'arancia), ma non stabiliamo un rapporto intimo con la cosa, per cui alla fine veniamo separati dalla sua realtà. Questo crescente isolamento e alienazione, la nebbia culturale di cui ci si lagna quasi universalmente nel mondo "civilizzato", è un'ulteriore conseguenza della dementia temporalis. Perché come si può alla fine penetrare all'interno di qualcosa se si è cessato di essere all'interno del proprio universo locale, con i suoi cicli e i suoi eventi naturali?


    Essere estranei alla natura significa essere estranei a tutto.





    Riferimenti bibliografici:

    Robert K. G. Temple, "Il mistero di Sirio", Sugarco Edizioni, 1976.
     
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  2. Arcadio.Rosacroce
     
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    L'amarezza della realtà...più si aprono gli occhi più si capisce che non si è capito nulla...e come sempre chi ha la presunzione di essere ignorante ma si crede migliore pretende di negare ciò che non capisce ed ignorare (o peggio annullare) chi non la pensa come lui...

    Ecco l'uomo del terzo millennio...
     
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    Un'agghiacciante, cruda e reale situazione di fatto. Cos'altro si può commentare avendo preso coscienza di tale verità? Ci si rende conto che tante parole scritte, anche da chi si sente in dovere di istruire i suoi simili, valgono un soldo bucato dal momento che non penetrano nell'essenza delle cose e non si fanno esse essenza stessa?
    Perciò, noi umani, anche del terzo millennio, costruiamo e spesso viviamo tra le fantasie. Abbiamo vissuto e viviamo rendendo reali delle convinzioni. Ma la convinzione, in che misura riesce a coincidere con la realtà del tutto? Ponendo il caso che la risposta sia "molto poco", la soluzione migliore sarebbe quella di pensare di rivedere in che misura ci siamo distanziati dalle stelle.
     
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  4. Arcadio.Rosacroce
     
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    Il dubbio è quello...molto poco?Quello mi preoccupa,dato che di solito ciò che l'uomo non può sottomettere a sua discrezione PIUTTOSTO lo fa a pezzi...e direi che siamo riusciti a peggiorarci ancora...distruggiamo il mondo anche stiamo riuscendo a farlo diventare a nostra disposizione...
     
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    Chi basa una struttura sulle superfici è superficiale; dai rapporti, alle questioni più disparate come ad esempio le scelte che si compiono, anche su larga scala, qualora il tutto va amplificandosi a misura di società. Quanto possiamo dire di essere esenti da questo modo di operare? Se la risposta fosse, altresì, "molto poco", potremmo cominciare a ritenere di aver vissuto in modo superficiale sino ai tempi nostri.
     
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  6. Sara Lee
     
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    Bellissimo articolo ^_^
     
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  7. Zeff il Vikingo
     
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    CITAZIONE (Sara Lee @ 27/9/2013, 13:40) 
    Bellissimo articolo ^_^

    Si mi è piaciuto anche a me come articolo :D
     
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  8. Arcadio.Rosacroce
     
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    CITAZIONE (Supernova82 @ 25/9/2013, 01:04) 
    Chi basa una struttura sulle superfici è superficiale; dai rapporti, alle questioni più disparate come ad esempio le scelte che si compiono, anche su larga scala, qualora il tutto va amplificandosi a misura di società. Quanto possiamo dire di essere esenti da questo modo di operare? Se la risposta fosse, altresì, "molto poco", potremmo cominciare a ritenere di aver vissuto in modo superficiale sino ai tempi nostri.

    Scusa Deborah,sarà la stanchezza,l'età e la mia condizione umana ma non ho capito il tuo intervento...e sono giorni che lo rileggo :woot: :P ...!
     
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    CITAZIONE (Arcadio.Rosacroce @ 28/9/2013, 18:49) 
    CITAZIONE (Supernova82 @ 25/9/2013, 01:04) 
    Chi basa una struttura sulle superfici è superficiale; dai rapporti, alle questioni più disparate come ad esempio le scelte che si compiono, anche su larga scala, qualora il tutto va amplificandosi a misura di società. Quanto possiamo dire di essere esenti da questo modo di operare? Se la risposta fosse, altresì, "molto poco", potremmo cominciare a ritenere di aver vissuto in modo superficiale sino ai tempi nostri.

    Scusa Deborah,sarà la stanchezza,l'età e la mia condizione umana ma non ho capito il tuo intervento...e sono giorni che lo rileggo :woot: :P ...!

    Ciao Priore, fai finta che io prenda una mela e la metta su un piano neutro. Poi ti chiedo di spiegarmi cosa vedi; cosa mi rispondi?

    ---------------------------------------------------------------------------

    Ciao Deborah,ti ho reimpaginato e corretto i comandi dei QUOTE,ora è regolare ;) ...

    Edited by Arcadio.Rosacroce - 30/9/2013, 13:31
     
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  10. Arcadio.Rosacroce
     
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    Bella domanda,potrei risponderti "superficialmente" dicendo che vedo una mela su un piano (non necessariamente una mela in "equilibrio",ma solo poggiata...),oppure iniziare a parlare su mille argomenti che potrebbero sembrare come "discorsi sul sesso degli angeli" tipo di che qualità possa essere la mela in relazione alla sua forma e consisteza e relativo equilibrio dei pesi sul piano,oppure se l'equilibrio dovuto al peso della stessa è "forzato" perchè spingendo sul piano di appoggio la forma stessa di quest'ultimo,deformandosi infinitesimalmente,modifica l'apoggio dello stesso frutto aumentando la stabilità,ecc...

    Mille punti di vista...da valutare però dove portino...
     
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    Molto bene quello che hai risposto perché è un ottimo parametro di riferimento. Prendi questo stesso modo di considerare le cose e pensa a come le società abbiano costruito le loro strutture con gli anni. Secondo te quale punto di vista è stato adottato per muovere i passi?
     
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  12. Arcadio.Rosacroce
     
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    Penso di aver capito adesso...grazie ;) !

    Superficialità ovunque dire...
     
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    Grazie a te, adesso ti chiedo, in virtù della risposta che si può attribuire alla costruizione delle società, com'è stato sino ad oggi l'uomo? Perciò, l'uomo, può definirsi superficiale sulla base di quello che ha fatto?
     
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  14. Arcadio.Rosacroce
     
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    CITAZIONE (Supernova82 @ 30/9/2013, 17:18) 
    Grazie a te, adesso ti chiedo, in virtù della risposta che si può attribuire alla costruizione delle società, com'è stato sino ad oggi l'uomo? Perciò, l'uomo, può definirsi superficiale sulla base di quello che ha fatto?

    Non al 100% ma molto vicini direi...il problema è che quando qualcuno prova viene in ogni modo "riallineato".Ovviamente omettendo di ammettere che aveva ragione alla fine vedendo l'errore fatto...
     
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13 replies since 24/9/2013, 21:21   130 views
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