E’ solo questione di fortuna?

Vincenzo Zappalà

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    La figura riportata poco tempo fa dal JPL della NASA sulle orbite degli oggetti a rischio d’impatto con la Terra ha veramente qualcosa di spaventoso. La Terra è costretta ad attraversare una zona che dire ad alto rischio è veramente poco. In realtà, però, le cose non sono proprio come appaiono. Un attimo di distensione (si fa per dire) in attesa del secondo appuntamento con la MQ. In fondo anche qui c’entra la probabilità…e il succo non è troppo lontano dalla MQ.

    I PHA, Potentially Hazardous Asteroids o PHO, Potentially Hazardous Objects (che includono anche le possibili comete) rappresentano i corpi planetari di dimensioni superiori ai 140 metri che hanno un orbita tale da portare, potenzialmente, a un passaggio ravvicinato con la Terra, inferiore alle 0.05 unità Astronomiche. Oggi se ne conoscono 1420, ma crescono giorno dopo giorno. La figura che segue è quindi una situazione in continuo divenire.

    Essa riporta tutte le orbite di questi 1420 asteroidi a rischio d’impatto con la Terra. Una bella folla e il nostro pianeta deve veramente fare una specie di slalom. Fortunatamente, una cosa è parlare di orbita e un’altra è parlare di posizione effettiva dell’oggetto lungo la sua orbita. La probabilità che il PHA stia proprio nel punto d’intersezione con l’orbita della Terra e che quest’ultima sia così sfortunata da essere anche lei nello stesso punto è veramente bassa. Pensateci un po’, anche senza fare calcoli. Posso assicurarvi che, facendoli, si vedrebbe che nessuno di questi asteroidi potrebbe colpirci. Tutti tranquilli, allora, sperando che le nuove scoperte non diano una brutta notizia? In realtà, non è così. Le orbite di questi piccoli abitanti del Sistema Solare interno hanno un brutto vizio: sono tutte più o meno caotiche e variano le proprie caratteristiche molto in fretta. Ne segue, che la tranquillità non può estendersi oltre circa 100 anni da oggi.

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    Le orbite di tutti i PHA conosciuti oggi (Fonte: JPL NASA)



    Una piccola riflessione. Immaginiamo che questi oggetti non muoiano mai (caduta sul Sole, espulsione dal SS, impatto con un pianeta, ecc.), come potremmo rappresentarli per milioni di anni a venire? Supponiamo anche che la Terra abbia un’orbita fissa e immutabile (o, alternativamente, riferiamo tutti i movimenti a lei immaginata ferma). Ebbene la loro posizione coprirà qualcosa di diverso da un’orbita prefissata ma seguirà anche le variazioni dell’orbita, per cui su scale molto lunghe le probabilità d’impatto sono rappresentate da una nuvola molto estesa di potenziali punti d’impatto che poco o niente hanno a che fare con l’orbita odierna. Se volessimo sapere, allora, dove si troverà l’asteroide tra 200 000 anni (o qualsiasi altro numero molto grande) saremmo costretti a dire: “Non lo sappiamo esattamente, ma sicuramente all’interno di quella nuvola di probabilità”. Come faremmo per essere veramente sicuri di impattare l’oggetto? Ossia, farlo passare da mera probabilità a corpo effettivo e molto pericoloso? Basterebbe poterlo vedere tra 200 000 anni o impattargli contro. In quel preciso momento la probabilità diventerebbe un oggetto concreto e… come!

    Un discorso senza senso? Forse sì, ma pensateci sopra… tra poco vi servirà sicuramente.

    Ah… dimenticavo: i 140 metri sono stati scelti perché sufficienti a permettere all’oggetto di attraversare, almeno una gran parte di esso, l’atmosfera e impattare al suolo creando danni a livello “regionale”.

    Ancora un paio di giorni e poi via con la seconda parte sulla MQ.


    Vincenzo Zappalà


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  2. Arcadio.Rosacroce
     
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    Stesso principio della fisica quantistica e sull'"indeterminazione" degli oggetti o degli atomi: posso immaginare che in una mole posso avere 10^23 molecole ma...come faccio a sapere una determinata molecola dove si trovi?

    Non si può :lol: ...perchè la scienza non è abbastanza precisa...
     
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1 replies since 29/8/2013, 20:10   41 views
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