L'enigma della Sfinge, il primo indovinello conosciuto.

Supernova82

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    L'enigma della Sfinge, il primo indovinello conosciuto.



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    Nell' Edipo Re Sofocle racconta del destino di un giovane. Questa tragedia, ritenuta un suo capolavoro per eccellenza, si fa risalire attorno al V secolo a. C., e narra di come Edipo, re carismatico ed amato, nel corso di un solo giorno fosse venuto a conoscenza dell'orrenda verità sul suo passato: senza saperlo ha così ucciso il proprio padre per poi generare figli con la propria madre.

    Sebbene Sofocle non citi espressamente l'enigma, si narra che dalle parti di Corinto viveva il giovane Edipo, figlio adottivo del re Pòlibo. Il giovane era del tutto ignaro di essere il figlio naturale di Laio, Re di Tebe, fino a quando un conoscente decise di svelarglielo. Sconcertato della scoperta, Edipo si rivolse all’Oracolo di Delfi che gli rivelò una profezia molto precisa: avrebbe ucciso suo padre e si sarebbe sposato con sua madre, dalla quale avrebbe avuto dei figli, al contempo anche suoi fratelli.

    Credendo che l’Oracolo stesse riferendosi ai suoi genitori adottivi, Edipo decise che non sarebbe mai più tornato a Corinto.
    Si diresse così verso Tebe. Lungo il tragitto incrociò un cocchio che voleva la strada libera per passare. Il ragazzo si fece da parte ma, nonostante ciò, il cocchiere per dispetto gli diede comunque una frustata. Edipo non lo accettò e lo uccise assieme a tutti coloro che stavano viaggiando sul cocchio, lasciando in vita solo un anziano che potè riferire l’accaduto ritornando in città. Fra le vittime di Edipo c’è proprio Laio, il re di Tebe, nonchè suo padre. Appena Edipo giunse in città, scoprì che il trono era vacante. Alle porte di Tebe però viveva una fiera, la Sfinge, con corpo da leone, testa di donna e ali di aquila, dotata di molta intelligenza. Appostata alle pendici del monte Citerone così dove Giunone la collocò per punire gli abitanti poco devoti alla dea, propose anche a Edipo l'enigma che, se non avesse risolto, sarebbe a lei bastato per divorarlo impunemente.

    Inutile dire che nessuno, fino all’arrivo di Edipo, era riuscito nell’intento.

    “C’è un essere che cammina sulla terra prima con quattro zampe, poi con due e infine con tre. Quando il numero delle zampe è maggiore, minore è la sua forza”. Questa, all’incirca, la versione di Sofocle, mentre per altre fonti la creatura “cammina all’alba con quattro zampe, a mezzogiorno con due e al tramonto con tre”.

    Sebbene in Sofocle si parli di un duello, in altre testimonianze della stessa tragedia Edipo rispose correttamente e la Sfinge si suicidò sentendosi superata nell'intelligenza; probabilmente quello cui si riferisce il drammaturgo è un duello intellettuale nel quale uno dei due ne uscì perdente.

    Ora, senza andare a cercare in rete, chi di voi conosce la soluzione? Tranquilli, se sbagliate non vi mangerò! :shifty:


    Saluti,
    Supernova82
     
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  2. cecilemg
     
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    :D semplice, é l'uomo: quando nasce cammina a 4 zampe, da adulto con due e da vecchio con 3 perchè ha bisogno del bastone. What else???? :rolleyes:
     
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    Come dice cecilmg, è l'uomo che nasce a 4 perché gattona un bambino, a due quando è adulto e acquisisce l'equilibrio e 3 quando è ormai anziano e ha bisogno di un terzo piede per tenersi in piedi...
     
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  4. Akeos
     
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    Infatti è l'uomo!!!
     
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  5. nicmar87
     
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    SI è CERTAMENTE L'UOMO.
    ma ho un altra teoria...
    il mito di Sofocle della sfinge ha come particolare per l'appunto i numeri.

    per la precisione 4 2 3.

    nella numerazione questi numeri hanno un potere non indifferente.

    il 4
    Si tratta del più perfetto tra i numeri, essendo la radice degli altri numeri e di tutte le cose. Esso rappresenta la prima potenza matematica, e la virtù generatrice da cui derivano tutte le combinazioni. È l’emblema del moto e dell’infinito, rappresentando sia il corporeo, il sensibile, sia l’incorporeo. Il quattro è scomponibile in 1 + 3, la monade (l’uno) ed il triangolo, e simboleggia l’Eterno, e l’uomo che porta in sé il principio divino. Il quaternario era il simbolo usato da Pitagora per comunicare ai discepoli l’ineffabile nome di dio, che per esso significava l’origine di tutto ciò che esiste.
    È nel quaternario che si trova la prima figura solida, simbolo universale dell’immortalità, ovvero la Piramide. Secondo Pitagora, dalla Monade derivò la dìade indeterminata, dalla loro unione tutti i numeri, dai numeri i punti, dai punti le linee, dalle linee la superficie, da questa i solidi, dei quali gli elementi sono quattro: il Fuoco, l’Acqua, l’Aria e la Terra; e dai solidi i corpi, la Decade o l’Universo. È considerato dalla simbologia il numero della realtà e della concretezza, dei solidi così come delle leggi fisiche, della logica e della ragione. Il quattro come manifestazione di ciò che è concreto immutabile e permanente ha la sua espressione geometrica nel quadrato, che ben rende tutte le sue caratteristiche. E’ il numero della materia: i 4 elementi della terra: fuoco–acqua–terra–aria, della concretezza, dell’ordine, dell’orientamento: la croce cosmica riunisce i punti solari dell’orizzonte (nord-sud, est-ovest).

    il 2
    Il numero due deriva dalla divisione dell’unità ed è il simbolo della separazione, perché da un punto di vista sacro, l’unità è per essenza una e unica. Il due, come dìade, è l’espressione della dualità. In una visione dualistica del mondo si ha la separazione del principio materiale dal principio spirituale, e il numero due è l’incarnazione degli opposti: maschile /femminile, giorno/notte, terra/cielo, ecc. Essendo un principio duale, indica sia il contrasto, la polarità, sia il tentativo di conciliazione.
    Quindi può essere considerato un numero ambivalente: nella sua funzione positiva cerca di riconciliare gli opposti, per ritornare all’unione ed è indice di saggezza, come ricerca attiva di una perduta armonia, oppure ha un carattere negativo se porta alla rottura dell’unità con la netta divisione dei contrari. Il numero due, ci porta all’interno di una differenziazione, non multipla, bensì fondata su un conflitto binario che comporta un’esclusione e una spaccatura: vero o falso, bianco o nero, ecc. La linea è la figura geometrica raffigurante il due; infatti si ha un collegamento con il simbolismo della croce nella coppia della verticale e dell’orizzontale: la linea orizzontale indica lo sviluppo materiale, mentre quella verticale l’elevazione spirituale. Inoltre il due essendo un numero pari, incarna le energia femminile e la passività. Infatti, nell’Antichità il numero due era attributo della Grande Madre Terra.

    infine il 3
    Il tre è il simbolo del ternario, la combinazione di tre elementi. Il ternario è uno dei simboli maggiori dell’esoterismo. Primo numero dispari, poiché l’uno non è considerato un numero, il tre è profondamente attivo e possiede una grande forza energetica. È il simbolo della conciliazione per il suo valore unificante. Infatti tanto il due separa quanto il tre riunisce. La sua espressione geometrica è il triangolo, simbolo esemplare del ritorno del multiplo all’unità: due punti separati nello spazio, si assemblano e si riuniscono in un terzo punto situato più in alto.
    Inoltre il rapporto della triade con l’unità può essere espresso da un triangolo equilatero, ovvero dall’identità del tre, dove in ognuno dei tre angoli diversamente indicati è data ogni volta la triade intera. È il primo numero di armonia, di soluzione del conflitto dualistico, ed è per questo considerato un numero perfetto. Il tre apre la strada della mediazione e permette di uscire dall’antagonismo, superando la visione parziale e riduttiva del dualismo, poiché due elementi non possono essere conciliati che con l’ausilio di un terzo elemento. La triade sintetizza i poli opposti della dìade. Il tre è dunque numero simbolo di vitalità e radice di ogni ulteriore estrinsecazione delle operazioni dell’Uno nell’alterità del molteplice. Nella mitologia e nel culto è l’espressione della Trinità (una riunione di dèi in gruppi di tre), come simbolo dell’unità sostanziale.

    spero di non essermi sbagliato ma credo che oltre a rappresentare l'uomo abbai anche un significato molto più spirituale.
     
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    Ciao nicmar, ti rispondo dalla tagboard è infatti è l'uomo! Un indovinello del V secolo a. C. con la Trinità non credo abbia molto a che vedere per un discorso di incongruenze temporali. Il concetto di Trinità (cristiana) si afferma molto dopo e, penso proprio, che l'indovinello si basi unicamente al voler stimolare le capacità logiche degli uditori presenti nell'anfiteatro in cui la tragedia, ai tempi, aveva luogo. Nell'Antica Grecia la matematica legata alla logica costituiva una peculiarità del pensiero filosofico del periodo classico; non a caso il poeta tragico Sofocle fu coevo di Platone e di Socrate, i due grandi filosofi che, assieme ad Aristotele, chiudono il cerchio dei grandi pensatori classici. Fu Platone, in particolare, a portare avanti le riflessioni sulla natura dell'Essere (prese dai concetti di Parmenide ed elaborati); perciò direi che nella composizione dei poemi tragici, scritti per un pubblico di uditori composto sia da eruditi, i quali godevano dei primi posti nell'anfiteatro poco dietro alla parte riservata ai re e all'aristocrazia, che dal popolo, posti negli spalti successivi, si toccassero punti quali la mitologia che tutti conoscevano, l'etica e il discorso dell'essere, legato alla Verità. Poichè la matematica era una disciplina importante e riservata ai filosofi, l'indovinello si presenta come un apice di intelletto, una finezza che si potesse ricordare nel tempo, che distinguesse quella tragedia dalle altre (cui si assisteva abitualmente, soprattutto in periodi di festa o celebrazione)


    Direi che l'indovinello si sposa più con le attitudini dei filosofi e dotti dell'Antica Grecia, molto prodighi nell'elaborazione di teorie sulla logica. Perciò che Sofocle avesse inserito un indovinello come "virtuosismo" di logica all'interno dell' Edipo Re non può che legarsi, direi quasi del tutto, a questo ragionamento.


    Però tutta la tua analisi rispecchia il pensiero di un pensatore odierno quale sei, alla luce delle conoscenze che possiedi e del contesto culturale tendente al simbolico e allo spirituale da cui trai le associazioni che hai illustrato. Le ho lette con molto interesse e come sempre lanci degli input su cui riflettere e approfondire. ;) ^_^


    Ciao :P
     
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