Affinità elettive

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  1. Igno-rando
     
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    Affinità elettive





    Cosa avviene tra due persone, nei rapporti di coppia “speciali”? Peccato però che non ci si riferisca propriamente all’amore, bensì ai rapporti di coppia in generale. Siano essi amanti, amici, parenti, colleghi… Cos’è quella chimica che porta due individui a ritenersi uniti e complementari, ad interagire con una netta sensazione di intesa reciproca sentendo che il loro è un rapporto unico ed irripetibile? Perché accade che entrambi avvertano a distanza le sensazioni provate vicendevolmente, percependo il bisogno di conoscere la condizione dell’altro? E non importa se la distanza sia considerevole, poiché ciò avviene comunque. In questo articolo l’argomento verrà affrontato sia in chiave scientifica che mistico-esoterica, analizzando il più possibile un fenomeno che è stato largamente romanzato e talvolta dipinto con un alone di magia e mistero, confezionando nel quesito finale il tentativo di restituire una spiegazione tra il bivio del fato oppure della logica e della probabilità. In effetti vi sono valide ragioni che hanno spinto e spingono ancora oggi a descrivere casi di affinità elettive in maniera molto profonda dal punto di vista emozionale, ma la ragione di fondo per cui questi avvengono ed esistono è dettata da una serie di dettagli scientifici e mistici in cui la ricerca potrebbe spaziare giungendo a sfiorare le soglie dell’ignoto. Ma cercando di affrontare la tematica con un certo ordine volto a facilitarne la comprensione, si partirà dalla scienza.
    Due entità chimiche (siano esse atomi, molecole o in generale due particelle) formano un legame stabile solo quando avviene un bilanciamento tra le forze che tendono ad avvicinarle e quelle che tendono ad allontanarle.

    Ciò accade a una determinata distanza, detta per l’appunto distanza di legame alla quale corrisponde un valore di energia minimo, cioè uno stato di quiete, di tranquillità massima entro cui il legame continua ad esistere. Il movimento e la posizione degli elettroni è proprio quello che permette di comprendere perché, tra le altre cose, una determinata distanza di legame abbia proprio quel valore. Anche se in maniera molto scientifica, esistono leggi della chimica imprescindibili dagli stessi elementi di cui sono composte le cellule; le affinità elettive nelle equazioni chimiche non si distanzierebbero affatto dal risultato che hanno queste entità di legarsi, traducendo tale azione nella capacità di interazione tra cellule, in maniera maggiore a seconda di quanto più si somigliano nella loro struttura e composizione.

    Semplificando il più possibile, gli enti coinvolti in un legame chimico interagiscono quasi sempre tramite gli elettroni, che fungono da “valuta” chimica, tali atomi o molecole potrebbero avere elettroni da donare mentre altri potrebbero averne bisogno. Tali altri atomi o molecole che hanno bisogno di uno o più elettroni decidono di condividere il possesso di quelli che già hanno per poter entrambi utilizzare insieme quelli che già possiedono. Un po’ come nell’essere umano, e vedremo perché.

    Secondo la biofisica l’uomo non è soltanto un composto chimico regolato da reazioni chimiche. Egli, come ogni altro organismo vivente, emette e riceve radiazioni; è una vera e propria antenna. L’ing. Georges Lakhovsky riteneva che quello che noi attribuiamo all’istinto animale, come ad esempio il senso d’orientamento degli uccelli e dei pesci, sia il risultato dell’emissione e della ricezione di onde elettromagnetiche e in modo particolare delle radiazioni cosmiche.


    Scriveva, nei primi del ‘900:

    “Una cellula è schematicamente costituita da un protoplasma cellulare circondato da una membrana cellulare. Nel protoplasma è immerso il nucleo costituito da un filamento tubolare contenente liquido conduttore avvolto in sostanza cromatica isolante. Essa può essere considerata un circuito oscillante microscopico avente una determinata lunghezza d’onda assai corta. Il nucleo ricorda da vicino il circuito oscillante di Hertz poiché è un vero circuito elettrico dotato di Self induzione e capacità quindi suscettibile a oscillare e di risuonare con altissima frequenza. La bobina di induzione è rappresentata dalla spira continua di filamento nucleare, il condensatore è dato dalla capacità tra i due estremi del filamento stesso.”

    Pertanto tutti gli esseri viventi, in quanto costituiti da quegli oscillatori elementari che sono le cellule, sono assimilabili a circuiti oscillanti ad altissima frequenza in grado di emettere e ricevere radiazioni elettromagnetiche.


    Secondo il biofisico Fritz Albert Popp, ogni cellula vivente emette segnali specifici sotto forma di una debolissima luce laser (biofotoni) che ha la capacità di trasportare informazioni. Il DNA, come sappiamo, ha la forma di una doppia elica avvolta su sé stessa. Tale configurazione è tipica di un circuito oscillante in grado di trasmettere e ricevere informazioni. Grazie a questa caratteristica propria del DNA le cellule possono comunicare tra loro e con i campi energetici, quindi, interagendo anche all’esterno dello stesso organismo. Ogni cellula del corpo umano, contiene un microchip avente una capacità di memoria di 3 Gigabits, riceve dall’ambiente circostante informazioni di natura elettromagnetica, li immagazzina, li processa e a sua volta li trasmette.

    La frequenza naturale del DNA, in base alla sua conformazione, è di 150 megahertz e corrisponde alla frequenza della luce blu, la stessa che ci fa vedere il cielo e il mare nel modo che conosciamo. Negli anni ’90 un equipe multidisciplinare di scienziati, diretta dal Dott. Pjotr Garjajev, ha fatto alcune importanti scoperte, mettendo in relazione la struttura del codice genetico con tutti i linguaggi esistenti o, più nello specifico, ha visto che i linguaggi umani seguono la struttura e le regole del codice genetico; inoltre, ha scoperto che il 90 % del nostro DNA, il cosiddetto DNA spazzatura, viene impiegato (guarda caso) per comunicare. E’ stato inoltre osservato che cromosomi danneggiati dai raggi X possono essere riparati utilizzando il linguaggio modulato dalla luce laser e dalle onde radio.

    L’introduzione nella fisica nucleare di un nuovo rivelatore molto sensibile di luce, il tubofotomoltiplicatore, permise la prima conferma rigorosa e sperimentale da parte di un fisico: il professor Facchini dell’Università di Milano. In questa direzione si inserisce la ricerca originale della tesi di Morpurgo dove, grazie al luminometro, costruito dal dr. Motolese, si dimostrava che anche gli organismi più semplici esistenti, i batteri, emettono biofotoni, e che vi era una stretta relazione fra duplicazione cellulare ed emissione di biofotoni, confermando un ruolo chiave del DNA in questo fenomeno emissivo.

    Il primo a teorizzare la presenza di fotoni che venivano prodotti da organismi viventi (biofotoni) fu, nel 1922, il biologo russo Gurwitsch che concluse, attraverso gli esiti di un esperimento effettuato con radici di cipolle e una lastra in grado di assorbire i raggi ultravioletti, che essi dovevano appartenere alla banda di lunghezza d’onda di questi ultimi mentre in Italia il biologo Protti fece studi importanti e originali soprattutto sul sangue e sui tessuti cancerosi. Gurwitsch scoprì anche che il fattore indispensabile per l’ interazione biofotonica è la luce naturale (quella solare) che viene all’interno degli organismi viventi.

    Pertanto potremmo ritenere, se estendiamo il ragionamento su scala più ampia, che possa esistere anche tra esseri umani affini un equilibrio di distanza di reazione entro cui siano in grado di scambiarsi informazioni tramite i biofotoni emessi dallo stesso DNA. Le cellule di uno stesso organo, per il fatto stesso che sono caratterizzate da una identica composizione, comunicano ed interagiscono utilizzando tutte uno stesso segnale elettromagnetico che si propaga facendole “vibrare” con lo stesso tipo di frequenza, che le fa entrare in risonanza tra loro. Poiché le biofrequenze emesse dagli esseri umani si propagano anche a lunga distanza è possibile ritenere che due cervelli caratterizzati in maniera pressoché identica riescano a captarsi, riconoscersi e ritenersi affini. Ci si accorge però di questo solo quando le evidenze sono innegabili, attraverso il confronto intellettuale e/o emozionale in un rapporto diretto, sia esso collaborativo o affettivo.

    Cellule per composizione identica e dello stesso tipo comunicano tramite quanti energetici alla velocità della luce, e da un corpo all’altro; ecco perché due persone che si conoscono e che hanno questo tipo di “speciale” rapporto avvertono “inconsciamente” sensazioni di disagio o di eccitazione che le riconducono a cercarsi per conoscere al più presto lo stato dell’altro, anche se a distanze elevate. In alcuni casi gemellari separati alla nascita che si sono ritrovati in età avanzata è stato possibile riscontrare, ad esempio, oltre ad un dato banale ( ma non troppo) come può essere lo stesso taglio di capelli o tipo di preferenze, lo stesso tipo di invecchiamento cellulare anche se in contesti sociali e climatici differenti o, ancora, la sensazione reciproca della consapevolezza inconscia che prima o poi, una volta nella vita, si sarebbero reincontrati. Chiaramente nei gemelli è più ricorrente un’affinità data da fattori genetici di origine, ma le affinità elettive si basano sul principio entro cui similitudini tra individui con origini diverse possano in qualche modo “scegliersi” constatando un legame che può prescindere dal sentimento o dalla relazione di tipo sessuale nei rapporti personali.

    Addirittura il nostro pensiero e l’intenzione umana avrebbero all’interno della propria base empirica i biofotoni; tale ipotesi è stata recentemente affrontata nell’articolo La prova circa il potere dell’intenzione sul Clinical Investigation Journal nel quale si afferma che l’“Intenzione può definirsi come un pensiero diretto volto ad eseguire una determinata azione”. I biofotoni sono memorizzati nel DNA intracellulare e i pensieri rivolti ad un fine preciso possono influenzare gli oggetti inanimati e, praticamente, tutti gli esseri viventi, partendo dagli organismi unicellulari sino agli esseri umani. L’emissione di particelle di luce (biofotoni) sembra essere perciò il meccanismo attraverso il quale un’intenzione produce i suoi effetti. Tutti gli organismi viventi emettono una corrente costante di fotoni come mezzo entro cui inviare informazioni da una parte del corpo ad un’ altra e con il mondo esterno. Quando un organismo è ammalato vengono prodotte emissioni in biofotoni. Tale diretta intenzione si manifesta come energia elettrica e magnetica in un un flusso ordinato di fotoni.

    Le nostre intenzioni sembrano dunque operare come frequenze altamente coerenti capaci di modificare la struttura molecolare della materia. Perché l’intenzione sia efficace è necessario scegliere il momento opportuno. In effetti, gli esseri viventi sono tra loro sincronizzati e per la terra ei suoi continui cambiamenti di energia magnetica (vedremo più avanti con lo studio dell’enneagramma).

    E ‘stato dimostrato che l’energia del pensiero può anche alterare l’ambiente.

    L’ipnosi, fenomeni di stigmate, l’effetto placebo, ad esempio, possono anche essere considerati come tipo di intenzione, come una istruzione del cervello durante un particolare stato di coscienza. I casi di guarigioni spontanee o di guarigione a distanza di pazienti molto malati rappresentano istanze di una grandissima volontà volta a controllare malattie minacciose per le nostre vite. L’intenzione di guarire, così come le credenze del malato sull’ efficacia della guarigione influenza la sua stessa guarigione.
    melaSe tutto ciò che è stato espresso sin’ora lo si combacia con quel senso che si prova in un rapporto di affinità elettiva, balza in maniera naturale agli occhi che, se due individui sono affini per composizione, come possono essere ad esempio due cervelli con parametri simili, sia di tipo intellettivo che emozionale, appare chiara allora quella sensazione provata per cui quando ci si trova di fronte a qualcuno che, emettendo e ricevendo informazioni, ci trasmette la sensazione di riconoscerlo come nostro, al punto da reagire chimicamente con la produzione di determinati ormoni, e incamerandolo infine come qualcosa di propriamente affine. Tale sensazione, si associa alla produzione di secrezioni che, immediatamente, permettono di inquadrare l’unicità di quel rapporto, ovvero, si avverte nettamente che determinate questioni, siano esse di tipo lavorativo, di intesa, collaborativo o altro, possono essere affrontate in maniera esclusiva solamente con quella determinata persona, ritenendo di sapere quello che egli può pensare o come agirebbe senza bisogno di esprimersi. C’è inoltre una continuità di informazioni che vengono costantemente scambiate tra i due elementi di questo nucleo; da qui si motiva la sensazione che qualcosa stia succedendo alla persona distante, in diversi e non pochi casi. Può anche accadere che l’uno condizioni l’altro attraverso le informazioni emesse, inducendolo ad agire come sua continuazione in maniera del tutto spontanea e naturale.


    In letteratura, generalmente, si arriva a questo argomento attraverso due strade: la prima è Le affinità elettive (Die Wahlverwandtschaften), romanzo pubblicato nel 1809. Il titolo deriva dall’affinità chimica, proprietà degli elementi chimici che descrive la tendenza di alcuni di essi a legarsi con alcune sostanze a scapito di altre. L’opera vede coinvolte principalmente due coppie; la seconda è I dolori del giovane Werther, romanzo epistolare pubblicato nel 1774. Entrambi ad opera di Johann Wolfgang von Goethe, particolarmente attento nella riflessione di questo fenomeno di relazione. Poiché ci si dilungherebbe troppo sui rapporti sentimentali e non è l’intento entro cui basare il senso di questo articolo anche se non sono esclusi questi casi dalla possibilità di riscontrare affinità elettive, ci limitiamo a citarne per dovere le opere che, tuttavia, meritano di essere approfondite in base all’argomento trattato.

    Una particolare attenzione va rivolta all’influenza della Luna, così come è stato fatto per la luce e per i raggi ultravioletti, ovvero, per il Sole. Dal punto di vista astrologico, essa si comporta come un’antenna che preleva, in una certa misura, le influenze degli altri pianeti e le amplifica per poi trasmetterle sulla Terra.

    Semplificando molto, in questa maniera la Luna condiziona le forme di vita e le connota di determinate caratteristiche, compresi gli esseri umani che, così, vengono a differenziarsi, gli uni dagli altri, in base ai loro caratteri.

    A questo proposito bisogna porre attenzione sull’enneagramma (di cui il primo a parlarne fu Gurdjeff) e, ancora di più, sull’enneagramma dei tipi psicologici : si tratta di una “mappa” che descrive nove tipi di personalità – al di là di tutte le possibili differenze individuali – e i rapporti tra loro, e che consente di individuare le tendenze principali di carattere, visioni del mondo e attitudini, nonché le più probabili ipotesi evolutive, permettendo di accrescere le proprie possibilità di auto-comprensione e di trasformazione interiore, con i propri punti di forza e le proprie aree di miglioramento.

    Ad effettuare questa rielaborazione sul fronte delle personalità umane vanno citati Oscar Ichazo prima e Claudio Naranjo in seguito. Ogni personalità rappresenta la cristallizzazione e l’irrigidimento delle difese infantili nel processo di adattamento precoce con l’ambiente e si struttura attorno a un nucleo emozionale (“passione” dominante), un nucleo cognitivo (“fissazione” dominante) e un nucleo che riguarda la sfera degli istinti che regolano l’attività umana (istinto di conservazione, sociale e sessuale). Le nove personalità individuate dalla mappa sono correlate secondo uno schema – presente appunto già in Gurdjieff – che viene raffigurato con una stella a nove punte e che esprime il rapporto fra le due leggi fondamentali del 3 e del 7.

    Applicato alla condizione umana, il triangolo interno che collega i punti 3-6-9 rappresenta le tre “preoccupazioni” mentali principali: l’immagine (3), la paura (6), e l’autoesclusione (9), cui corrispondono altrettante emozioni. Mentre gli altri sei punti della stella (1-4-2-8-5-7), collegati fra loro da linee interne, corrispondono ad altre “fissazioni” ed emozioni.
    I nove enneatipi sono raggruppati sulla base di tre Centri, dell’Istinto, dell’Emozione e della Razionalità. Al di là delle differenze legate alle singole passioni e fissazioni, c’è una tendenza di fondo nella visione del mondo e nel percepire la realtà che distingue i tre gruppi: il Centro dell’Istinto, in alto sulla circonferenza, funziona sulla base di impulsi naturali e a esso appartengono gli enneatipi 8, 9 e 1. Gli appartenenti a questo centro tendono a seguire l’istinto e l’abitudine e agiscono impulsivamente, spesso in reazione a uno stimolo esterno; tendono a essere più rivolti all’azione e la loro intuizione è basata sul corpo. Il Centro dell’emozione, a destra sulla circonferenza, funziona sulla base dei sentimenti e dei rapporti con le altre persone, e vi appartengono gli enneatipi 2, 3 e 4, che tendono a essere più in contatto con i propri sentimenti e la cui intuizione è basata sull’emozione. Le personalità di questo centro dipendono molto dal riconoscimento degli altri e danno molta importanza all’immagine e alla relazione. Infine, il Centro della razionalità, a sinistra della circonferenza, funziona sulla base del pensiero, dello studio e della riflessione, e ne fanno parte gli enneatipi 5, 6 e 7, che tendono a privilegiare la ragione e la cui intuizione è basata sulla mente. La paura fa da sfondo a tutti e tre i tipi razionali, la tristezza e il bisogno di riconoscimento ai tre emotivi, la rabbia ai tre istintivi.

    Questa mappa, che secondo alcuni venne definito come lo studio su tutte le cose e le leggi possibili, è determinante nella comprensione dei rapporti di ogni natura, nonché delle affinità elettive. Persone che presentano più caratteri simili saranno anche chimicamente più affini e tenderanno a sentirsi in qualche modo collegate.


    In conclusione, gli studi sul pensiero e la coscienza stanno emergendo come aspetti fondamentali e non come semplici epifenomeni che si stanno rapidamente portando ad un profondo cambiamento nei paradigmi della biologia e della medicina, arrivando a determinare anche questo aspetto reale delle relazioni umane.




    R. Spiz per Igno-rando

    Edited by Igno-rando - 18/7/2016, 00:43
     
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  2. Vittorio Angera
     
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    Ho letto con molto interesse questo articolo e sono rimasto basito dai ragionamenti che al di la di tutto potrebbero rivelarsi una verità che descriva questi eventi con precisione e mira 👍
     
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  3. black_ghost
     
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    Questo articolo fa riflettere. Molte cose sono più chiare. Grazie per averlo postato :)
     
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